Sono stata Una Fotografa dalla prima foto pubblicata (e pagata) su un quotidiano nazionale, era il 25 settembre 2007. Lavoravo per una piccola agenzia fotogiornalistica, che non esiste più, Infophoto. Il giorno precedente ero andata nella piccola redazione di Via Ripamonti 129 a Milano e, per la prima volta, mi era stato assegnato di coprire la sezione Cultura.
(ecco la foto originale scattata il 24 settembre 2007 alle 15.59)
Il riconoscimento del copyright ovvero l’indicazione e l’identificazione dell’autore che ha scattato l’immagine e del diritto annesso era un argomento molto dibattuto in quegli anni e che prosegue tuttora. Prostrata dal lottare per l’autorialità, ho cavalcato il mio anonimato: sono una fotografa, lo sono dalla prima foto.
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Ci sono foto mie che hanno preso percorsi a me completamente estranei e che trovo casualmente navigando nel web. Una di queste foto, che ha ancora il post-it con la mia calligrafia, è in vendita su ebay. Chissà chi ha fatto la foto? forse una fotografa?
(ecco la foto originale che ho recuperato dal mio archivio, scattata il 3 novembre 2009)
Ho perso un po’ di tempo a verificare su quanti siti fossero finite le mie foto, scoprendo che ho pubblicato su tantissimi giornali, tutte non firmate, quindi tutte di Una Fotografa.
A volte, quasi un intero archivio è fatto con le immagini prodotte dalle mie macchine fotografiche. Però l’inquadratura e la composizione saranno pur state scelte da un occhio fotografico; probabilmente è stata una fotografa a scattare le foto.
Altre volte, le mie foto sono state persino assegnate ad altri; in questo caso niente meno che all’Ansa.
(ecco la foto originale del reportage che realizzai per Geo Italia, su mia proposta giornalistica)
Invece, questo ritratto che feci di Abdellah Taia è sul sito di un poeta spagnolo, che non conoscevo fino ad oggi, ma scopro che è molto famoso in Spagna.
Ecco la foto originale: uno scatto riuscito a realizzare dopo 3 giorni in cui ho documentato la vita di Abdellah. Però questo scatto è venuto spontaneo. Stavamo camminando per Parigi e Abdellah si è improvvisamente fermato per sentire il sole invernale sul suo volto. In quegli occhi chiusi in mezzo al traffico, ho immaginato la sua infanzia in Marocco.
Per concludere, ci sono state decine di matrimoni in cui ho fatto servizio come “seconda fotografa” e decine su decine di eventi di aziende, organizzazioni, convegni, etc. in cui ho lavorato come fotografa “a forfait”. Oppure ci sono locandine e flyer in cui non c’era spazio per inserire un nome, quindi sono di Una Fotografa, come questo invito:
Ma nella foto originale del 20 ottobre 2013, realizzata scattando attraverso un acquario a Brooklyn (New York City), ho inserito anche il riflesso del volto sul vetro vicino a me: il profilo che si vede in basso a destra.
La lista è ancora lunga, ma quello che è importante è che siano iniziate le pubblicazioni “firmate correttamente”. La prima pubblicazione è del 2012 su Burn Magazine.
Ultima – in questa biografia – ma non meno importante, è stata una mostra collettiva al Centro Italiano della Fotografia d’Autore nel 2016, dove Una Fotografa aveva messo alla prova la commissione della mostra: il Centro Italiano opera proprio a difesa del Nome dell’Autore.
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Da quella prima foto del 2007, pubblicata senza nome, Una Fotografa è ora un vero nome.